Wednesday, May 1, 2024
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JARANA – di Laia Santanach

4 ottobre

JARANA

di Laia Santanach

creazione e interpreti Anna Hierro, Mario G. Sáez, Carlos Martorell, Julia Sanz and Laia Santanach

musiche originali Carlos Martorell

design spazio e luci Jou Serra

design suono Uriel Ireland

costumi Kike Palma

management: Caroline Giffard

video Ignasi Castañé

fotografia Jofre Moreno

Jarana è la terza parte di una trilogia dedicata alla tradizione e al rituale che la compagnia di Laia Santanach porta avanti dal 2018: un bisogno di indagare le proprie radici che passa attraverso la danza contemporanea e la musica elettronica.

La parola “jarana” indica l’azione di creare trambusto e confusione, movimento e disordine: una folla di persone che fonda uno spazio rumoroso, il quale diviene necessariamente uno spazio di scambio e di dialogo. Da Jarana nasce, insomma, una comunità.

Da qualche anno, l’indagine della coreografa spagnola Laia Santanach si concentra infatti su quelle tradizioni dove la pratica collettiva è essenziale per mettere in relazione un territorio e i suoi abitanti. La prima proposta della trilogia in questione, intitolata Aèr, era dedicata alla tradizionale danza catalana delcontrapaso; la seconda proposta, Tradere, poneva una lente su quelle festività occidentali che richiedono uno sforzo fisico, spesso un sacrificio vero e proprio del corpo, al fine di rinnovare ciclicamente la vicinanza tra le persone di una comunità; questa terza proposta è incentrata invece su quelle tradizioni che non esistono più o che rischiano di scomparire, e sull’immaginare quali potrebbero essere le nuove pratiche tradizionali del futuro.

Alla base della ricerca risiedono i concetti di comunità e identità, la cui natura implica l’ambivalente ma necessaria coesistenza tra collettività e individualità: il gruppo inteso come lavoro di squadra indispensabile per realizzarsi personalmente, la prima persona come tratto caratteristico di ciascuno in relazione alla comunicazione con gli altri. Proprio per questa ragione, i componenti della compagnia di Santanach sono i medesimi delle altre due performance della trilogia.

Jarana apre inoltre domande intorno al concetto di trasformazione e a quello di tempo. Come si riflette la scomparsa di alcune tradizioni nel contesto socio-culturale? Rituali, usanze e cerimonie come i trabucaires, il salto de Garrocha, il Don Tancredo, la caccia all’anatra… verranno sostituiti da nuovi riti? Oppure la collettività del futuro, svuotata delle sue pratiche tradizionali secolari, è destinata a manifestarsi attraverso forme di assenza e di vuoto? Se il presente è già passato e se senza il passato non

esiste il presente, possiamo immaginare che il vuoto e il silenzio che riscontriamo nel presente daranno vita nel futuro a nuove tradizioni?

L’iper-comunicazione distrugge il silenzio, senza il quale non si pensa, non si riflette, né si è se stessi. Per essere capaci di pensare e arrivare a soluzioni, è necessario chiudere gli occhi e contemplare. Oggi non c’è più il linguaggio. C’è stordimento, smarrimento. Ascoltare in silenzio unisce uomini e donne e crea una comunità senza comunicazione.

[Byung-Chul Han]

MASTERCLASS – Riti del futuro

Domenica 1 ottobre, ore 11 – 14, presso Parco Chiesa Rossa

La lezione inizia con un riscaldamento attivo, volto a preparare il corpo e metterlo in condizione di raggiungere la fine della sessione al livello di massima prestazione fisica. L’attività porta i partecipanti a esplorare i limiti del proprio corpo in movimento. Per fare questo, Laia Santanach combina elementi tratti da diverse tecniche contemporanee, per andare ad affrontare sia il lavoro a terra che in piedi. Si prosegue approfondendo il lavoro sul busto, le spirali, le torsioni, gli equilibri e le sospensioni, e infine le dinamiche del movimento e la sua musicalità. Alla fine della masterclass la compagnia condividerà gli strumenti su cui ha lavorato in Jarana.

LAIA SANTANACH

Coreografa, ballerina e pedagoga residente a Barcellona, dirige oggi una compagnia che porta il suo nome. Dal 2014 lavora come artista indipendente, ma continua a collaborare con altri/e in creazioni collettive come 1714, Lavinia, o gNow di Cobosmika Seed’s, con cui vince il premio Support for the Creation al MIT’S Festival 2017. Insieme a Roser Tutusaus è autrice di S’he, con cui vince la residenza a La Caldera; con Vaivé di cui è co-autrice con Miquel Barcelona vince la residenza Tanzhaus Zürich al Concorso Coreografico di Madrid. Il suo Replica è finalista all’Institut del Teatre Award 2017, ripresentato poi in versione breve al Mercat de les Flors. Nel 2019 ha coreografato HIRAETh, in collaborazione con il regista Ignasi Castañé. È anche l’autrice dei due assoli Vàcua e Ballant Ballàvem. Nel 2018 vince il Premio Delfí Colomé per il progetto Àer. Nel marzo 2022 ha debuttato con la sua ultima creazione Tradere al Mercat de les Flors di Barcellona, spettacolo che PimOff ha scelto e sostenuto all’interno di Citofonare PimOff.

Come ballerina lavora in diverse compagnie nazionali e internazionali, come Pepe Hevia Danza e Transit Dansa; lavora anche con prestigiosi registi teatrali.

Come insegnante, ha lavorato in diversi spazi e centri di formazione: Area, UAB, nunArt, Rogelio Rivel School, Descalzhina, CobosMika Seeds, DASS di San Pietroburgo, Institut del Teatre di Barcellona. Nel 2016 ha creato il festival Minorca in Dansa, che tuttora co-dirige. Attualmente è insegnante di danza e creazione presso l’Università Autonoma di Barcellona.

INFORMAZIONI

4 ottobre ore 19.30 | Anteprima aperta al pubblico

1 ottobre ore 11 – 14 | Masterclass Riti del futuro per danzatori e persone con buona capacità di movimento. Presso Parco Chiesa Rossa. Gratuito.

27 settembre – 4 ottobre | Residenza creativa presso PimOff

Progetto inserito nell’ambito di “Milano è viva” nei quartieri, con il contributo del Comune di Milano e il Ministero della Cultura.

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